Rimini si arricchisce di un nuovo, eccezionale “museo”, uno spazio inconsueto, accessibile al pubblico, che potrà far luce e raccontare un altro pezzo della storia di questa città ‘dal cuore antico’, finora poco conosciuto.
E’ stato infatti grazie ai lavori di ricostruzione del teatro polettiano ‘Amintore Galli’ che sono emerse queste nuove, straordinarie tracce della vicenda riminese. Ciò, data l’estrema importanza dei rinvenimenti, ha convinto l’Amministrazione comunale a intervenire sul progetto originario del restauro del teatro per rendere possibile la loro visione al pubblico, valorizzandoli in loco, sul modello di quanto avvenuto con la ‘domus del chirurgo’ di piazza Ferrari.
La campagna d’indagini archeologiche nell’ambito della ricostruzione del ‘Galli’, svolta sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Bologna, ha infatti evidenziato anche nella zona della platea una fortissima quanto inattesa presenza archeologica stratificata.
In una sorta di viaggio a ritroso nella storia, in questa zona del teatro sono così emerse dapprima le strutture settecentesche dei Forni cittadini, poi le strutture di un quartiere medioevale, quindi complessi sepolcrali ed infine strutture d’epoca romana. Rinvenimenti importanti e inaspettati che hanno spinto la Soprintendenza archeologica e la direzione lavori del Comune di Rimini a procedere con un approfondimento delle indagini archeologiche raggiungendo quote di scavo sensibilmente inferiori a quelle previste originariamente dal progetto. Oltre ad far emergere nella sua interezza l’anello murario del Teatro ottocentesco che andava a cingere la Sala, dalla campagna di scavi nella zona della cavea sono stati così rinvenuti i resti di strutture murarie e battuti pavimentali di una basilica paleocristiana.
Da qui la scelta di rendere visionabili al pubblico in loco i rinvenimenti attraverso una revisione del progetto che ha comportato la totale riprogettazione delle strutture di fondazione della sala affinché fosse ancora garantita la ricostruzione filologica della sala ed al contempo preservata la zona archeologica oltre ché il muro originale del Teatro. In particolare è stato necessario prevedere la realizzazione di micropali di fondazione anziché pali da realizzare sul perimetro dell’area archeologica. Tutte opere approvate nell’ultima seduta della Giunta comunale che ha licenziato una specifica perizia di variante al progetto complessivo di restauro del teatro, atta proprio a recuperare, valorizzare e rendere fruibile pienamente al pubblico attraverso interventi adeguati questa nuova scoperta archeologica. Novanta i giorni di proroga concessi alla ditta esecutrice per eseguire questi nuovi lavori.
Come si ricorderà, infatti, il progetto esecutivo di ricostruzione del Teatro Galli, approvato in seguito all’ottenimento del parere favorevole del Ministero per i Beni e le attività Culturali di concerto con le competenti Soprintendenze, prevedeva la realizzazione di un piano seminterrato e due piani interrati nella zona del palco e della torre scenica dove collocare camerini e vani tecnologici. Nella zona della Sala era invece prevista la creazione del sottoplatea impostando le strutture di fondazione alle medesime quote di quelle del teatro ottocentesco.
Per l’accesso ai nuovi spazi museali, che renderanno il Teatro Galli l’unico teatro di tradizione a presentare al di sotto della platea un’area archeologica visitabile, sarà previsto un ingresso indipendente dal teatro diretto alla zona archeologica da via Poletti. Previsti inoltre ulteriori spazi che potranno ospitare sia materiale scientifico relativo alle risultanze degli scavi archeologici effettuati che prodotti didattici multimediali riguardanti il Teatro Galli, la storia del teatro all’Italiana, la figura di Giuseppe Verdi, legata al teatro di Rimini poiché scrisse l’Aroldo proprio in occasione dell’inaugurazione del 1857.
“Questa importante scoperta archeologica - commenta il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi - diventa ancora più importante, grazie alla scelta di valorizzarla in loco attraverso un progetto che la renderà visitabile al pubblico. In appena 200 metri in linea d’aria, Rimini sarà in grado di mettere in mostra quei gioielli - dal ponte di Tiberio, al Castello malatestiano, al Teatro polettiano con la sua suggestiva area archeologica, alla Casa del Cinema dedicata a Fellini - che entro il 2017 formeranno un nuovo, grande polo attrattore culturale e turistico per il centro storico.”
Nelle foto la cavea polettiana del Teatro Galli, in tratteggio le mura della basilica paleocristiana